Io non credo che le storie siano infinite e illimitate. Credo che per ogni genere vi siano non più di tre o cinque possibilità narrative. Su di esse un buon scrittore o un buon regista ci aggiungono delle variazioni o rispettano al massimo le regole. In entrambi i casi possono esser creati dei prodotti quanto meno validi e decenti.
Mr Long è un classico film in cui un killer, dopo il fallimento di una missione, si ritrova solo in un posto sconosciuto in cui, immancabilmente, fa amicizia con un bimbo e la madre tossica dell'infante. Ancora più ovvio che metterà a disposizione del piccolo tutta la sua abilità professionale, quando i cattivi torneranno per sistemare i conti.
Ci sono tantissimi film che girano intorno a questi personaggi. L'uomo silenzioso e letale che riscopre la sua umanità difendendo un bimbo o una bimba. Alcuni sono dei veri e propri capolavori, come ad esempio : Man from nowhere, altri sono dei pasticci reazionari come Man on fire ( pessimo remake di un pessimo film).
Io vado pazzo per queste storie. Il motivo è perché spesso sono molto malinconiche e portano in scena un tipo di giustizia che reputo per nulla sbagliata da un punto di vista etico. Vuoi saper quale è il punto di vista etico? Spesso queste storie sono ambientate in un mondo feroce, crudele, senza umanità, dove dei mascalzoni a tutto tondo distruggono senza un minimo di riflessione sulle loro azioni, le vite di innocenti. In questo contesto non è possibile parlare di legge o giustizia. Infatti mancano del tutto la polizia o degli avvocati, quando ci sono, state sicuri, sono sempre delle canaglie. Per questo si ricorre a una figura d'Antico Testamento, quello di un Angelo della Morte e della Vendetta. Questi personaggi sono figure bibliche in un certo senso. Vengono dal nulla e spesso ci ritornano, ma quando passano vendicano i deboli e portano all'inferno i cattivi. Una versione profondamente pessimista del mondo, col rischio sempre presente di sfociare nella narrazione reazionaria.
Qui entra in gioco la figura fondamentale del regista. Il come è l'elemento che divide le cialtronate da opere riuscite. Sabu si mostra un ottimo regista con uno sguardo profondo e tagliente sui personaggi e le loro azioni.
Long è un killer di Taiwan. Una vera macchina da guerra: infallibile, veloce, quasi un fantasma. Un giorno ( mentre si trova in missione in quel di Tokyo) le cose si mettono male. L'uomo, ferito e stanco, si rifugia in un quartiere malfamato, composto da case in lamiera, semi abbandonato. Qui viene assistito e curato da un bimbo, immigrato anche lui da Taiwan. Il piccolo è figlio di una tossica che si prostituisce ( toccante il flashback sulla storia d'amore della donna) e ben presto Long si affeziona a loro. Inoltre stringe amicizia con alcuni chiassosi vicini di casa.
Costoro avendo notato l'abilità in cucina di Long, lo aiutano a prender un carretto e tutti i mezzi che gli servono per cucinare all'aperto, all'uscita di un tempio.
Sabu non si limita a narrare una storia già vista tante altre volte. Il regista nipponico allarga le possibilità di redenzione del personaggio attraverso i vicini di casa, inoltre dissemina lungo tutta la pellicola rapide ma precise considerazioni sociali e politiche.
La tratta delle schiave da altri paesi asiatici, il razzismo dei giapponesi nei confronti dei migranti, la divisione in classe, l'abbandono delle zone più povere. Non mancano anche elementi più classici: l'impossibilità di sfuggire al destino e la presenza ineluttabile del Male, che può essere sconfitto solo attraverso una Punizione ancor più feroce nei confronti dei suoi spietati emissari.
Mr Long alterna veloci momenti di violenza, parentesi leggere e comiche e una diffusa malinconia, tristezza di fondo. Che però nel finale diventa quasi un inno alla vita, questo dono prezioso da condividere con gli altri.
Se dovesse capitare di vederlo in qualche cinema andate a vederlo, altrimenti cercate vie diverse. Per me è uno di quei film tanto semplici quanto imperdibili.
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