lunedì 10 maggio 2021

DUE di Filippo Meneghetti.

 7 anni di gestione, tra scrittura e ricerca di finanziamenti,  per portare sullo schermo uno dei migliori esordi cinematografici degli ultimi tempi.

L'idea nasce per caso.  Un giorno il regista e co-sceneggiatore del film, si trova a casa di un amico. Dal pianerottolo del pieno superiore arrivano le voci di due donne anziane. Chiedendo informazioni all'amico che lo stava ospitando venne fuori che erano due vedove, le quali erano solite tenersi compagnia tenendo aperte le porte dei loro appartamenti per parlarsi e tenersi compagnia. Questa è una delle idee alla base del film. L'altra l'ho trovata assai commovente e sposa la mia idea di cinema .

Non compreso bene in che modo, ma Meneghetti durante l'incontro con il pubblico al cinema Stensen di Firenze (dove ci siamo recati ieri pomeriggio io e mia moglie) ha spiegato che l'opera voleva in un qualche modo porre rimedio ad alcune cose successe a persone a cui lui era  particolarmente affezionato

Ecco, il cinema serve a questo :riparare i torti della realtà. Dare agli sconfitti non solo la vittoria, ma la gloria. Distruggere i figli di puttana che ci comandano da decenni, far fare una bruttissima fine ai criminali che vivono indisturbati la loro esistenza. Questo per me dovrebbe fare il cinema e la letteratura. Non metter in scena il vero, la realtà, ma andare oltre. Potremmo definir questa cosa una consolazione, un atto di pietà umana, sia mai! Andrebbe contro a tutti quegli esseri aridi che amano il pessimismo e peggio ancora il cinismo comodo e da poco, perché così si illudono che ogni cosa faccia schifo, non solo loro.


Un amore lungo venti anni. 

Venti anni in cui una persona è divisa tra una vita di moglie, madre, per convenzione, mentre il suo corpo, l'anima, i ricordi, appartengono a un'altra donna.

Quest'ulima  decide di vivere in un appartamento vicino, aspettando il momento in cui potranno ritornare nella città che è stata testimone del loro primo incontro.  La libertà prepotente e arrogante, animata dalla passione, che pretende da una persona incapace di gestire a pieno una confessione che sa potrebbe far male a qualcuno, non può che generare una rottura. Rabbiosa, dura, feroce.  Come sono i litigi a volte tra persone che si amano.

Persone che si amano, sia chiaro. L'amore è un linguaggio universale, quando è sincero, vero, voluto a ogni costo.  Che siano una coppia etero o una di lesbiche. Come in questo caso.

Due donne anziane, legate da un fortissimo sentimento. Profondo, eterno, che  è alimentato anche da sensi di colpa, di lunghissime attese, programmando un futuro che forse non ci sarà mai

Due, racconta non tanto dello sguardo degli altri, ma del nostro. Di come non si possa scappare a quello che siamo, proviamo, pur passando attraverso paure e colpe, o combattendo con forza anche eccessiva, pur di far trionfare il nostro amore.

Perché in un mondo che ci abitua ad essere soli, ad essere degli "uno" scontenti, infelici, arroganti nel volere che gli altri accettino i nostri capricci da bimbi troppo cresciuti; questo film ci ricorda quanto sia importante essere in due. Quanto la coppia, più anche della famiglia, sia fondamentale. Come sia ingiusto, penoso, squallido che una persona dopo aver amato così tanto, per una orribile convenzione sociale, a un certo punto non conti più nulla. Proprio mentre l'altra ha così bisogno della nostra presenza. Mi chiedo quelli che non accettano l'omosessualità, se conoscono essa solo per i film porno che vedono, oppure si siano mai sforzati di cogliere la bellezza, la purezza in ogni relazione sentimentale. Perché il dolore che provi quando hai paura di perdere l'amore della tua vita è uguale per tutti.

Per cui un film che parla di coppia, di legami fortissimi che a un certo punto si frantumano. Un film sul coraggio di vivere con forza l'amore, che dona a tutti i personaggi sullo schermo una loro piccola verità. In realtà anche certi comportamenti vissuti come negativi, a mio avviso, non lo sono per nulla. Perché un amore clandestino va a toccare anche i punti delicati di persone che hanno ricordi, affetti, momenti di puro amore. Per cui significa che in nome del nostro amore, con egoismo, rechiamo dolore agli altri. Il figlio di una delle due, in questo caso non è affatto negativo.
In ogni caso se il film fosse solo questo, sarebbe poca cosa. Nel senso che ci troveremmo di fronte a un dramma sentimentale portato sullo schermo tantissime volte. Una di quelle opere che permette alla sciura fiorentina di sentirsi tanto buona, progressista, mentre evade tasse, parcheggia a cazzo di cane, o non paga la sua collaboratrice domestica.  Però il film è ben altro e ben oltre, rispetto a un consolidato modo di far cinema civile senza troppe difficoltà.
Meneghetti gira un film che usa il cinema per raccontare una storia che si rivela davvero sorprendente. I suoni distorti, potenti, accennati, per narrare la relazione tra le due donne e il mondo esterno. Le inquadrature delle porte, che diventano barriere atte a nascondere altri mondi, creano una sottile inquietudine.
Perché Due è una storia d'amore girata come se fosse un thriller.  Il suono, le inquadrature, le sospensioni, guarda al genere in cui la suspense e i legami che generano caos sono la regola.  Per cui  invece di vedere una donna che si strugge di dolore perché non può stare insieme alla sua amata, troviamo una persona che agisce come un classico villain del cinema di genere. Negli anni 90, sono sicuro, non sarebbe mancata la componente violenta con tanto di morte violenta del cattivo di turno. 
Il film tocca anche l'home invasion, visto che la donna in pena per amore si introduce nell'appartamento della sua amata, di notte o rubando momenti di distrazione alla badante.
Non gioca tanto con  l'immagine di due povere vittime, ma ci presenta l'aspetto anche respingente, fastidioso, odioso, della sua protagonista. Che manipola, usa la menzogna, per poter vivere con il suo amore.
Un film coraggioso che a mio avviso darà fastidio anche ai paladini del progresso liberale, perché non ci sono dei panda umani da difendere con il loro paternalismo, ma due donne che hanno troppo amato, atteso, sperato, vissuto, per lasciarsi separare senza dichiarare guerra al mondo. Cosa che hanno fatto molte coppie, anche etero, quando- per vari motivi- sono costrette a separarsi.
Questo furore, questa violenza, questo scontro frontale tra due e il resto del mondo, descritto in modo così aspro eppure toccante, rende l'opera assolutamente imperdibile.
Per quanto mi riguarda non vedo l'ora di poter vedere la seconda opera di questo ottimo regista. Magari questa volta un horror/thriller puro, visto che a mio avviso in quel campo ha ottime possibilità di crearsi una solida carriera.

2 commenti:

Mr Ink ha detto...

Mi ha spezzato il cuore.
Dovrei rivederlo.
Sinceramente, a casa, mi sono così commosso da non seguire a dovere.

babordo76 ha detto...

Io l'ho vissuto più come un thriller. Attento ai rumori, al progredire della rabbia della protagonista. Sì, un film bellissimo. Tenendo conto che si tratta anche di un debutto.