mercoledì 19 maggio 2021

Love and Monsters di Micheal Matthews

 La regola d'oro dei cinefili è la seguente: film decisamente ben fatto, ma con tendenze a rappresentare gli esseri umani come animali sociali, che traggono forza dalle relazioni e dal sostenersi a vicenda, cazzata buonista. Come tutti i film che, orrore degli orrori, mettono in scena i temutissimi buoni sentimenti. Opera demmerda ma che fa tanto cinema della crudeltà, con tanto di conformistico "fa tutto schito", capolavoro.

Già mi immagino cosa possano mai dire o pensare di codesto buonissimo film. 

Per quanto mi riguarda amo il genere post apocalittico. Offre la possibilità di creare un nuovo mondo, una nuova società, e hai a disposizione un numero infinito di nemici da inventare. Che siano zombi, bande di punk cannibali,  o semplicemente l'aria radioattiva dopo lo scoppio della bomba. Tante storie, che si assomigliano come capita quando affronti il genere. Ritorniamo di nuovo al discorso del come. Io non credo nell'originalità a tutti i costi, ancor meno a dover sovvertire le regole  solo per far veder a tutti quanto siamo ribelli. Puoi fare pessimi film anche con un ottimo messaggio o con idee innovative. Credo e sostengo il caro, vecchio cinema fatto di personaggi, storia, atte anche a farti passare un buon pomeriggio domenicale. senza per forza dichiarare guerre al mondo.
Anche perché molte pellicole, apparentemente facili  e di poca sostanza, riescono a dire o mostrare cose che in altri lidi mancano del tutto. E non per un discorso estetico/artistico, ma per inerzia, perché fa figo e non impegna far il poser del cinismo un tanto al chilo.  Love and Monsters racconta di uno sparuto gruppo di sopravvissuti, noi esseri umani, dopo che la distruzione di un asteroide, per mano degli eserciti, ha causato mutazioni a diversi animali, sopratutto a sangue freddo, creando insetti giganti e altre simpatiche bestiole modificate e tanto affamate.

Tuttavia anche nel buio e nella disperazione dell'apocalisse, l'uomo ama e pensa all'amore della sua vita.

Come fa il giovane e un po' goffo, Joel Dawson. Il ragazzo è l'unico a non aver con sé la propria amata, nella colonia in cui vive, intrappolato sotto terra (perché insetti e bestie varie si sono impadronite delle zone all'aria aperta), si sente sottovalutato e non apprezzato da tutti, perché non è affatto portato per combattere. Da un po' di tempo ha ripreso a sentirsi tramite  messaggi via radio, con il suo primo e unico amore, Ameee. Sono passati sette anni, ma lui l'ama ancora tantissimo. Convinto di essere ricambiato dalla fanciulla.


Per questo, nonostante gli altri gli dicano di non farlo, egli parte per un lungo viaggio da costa a costa per rivedere il suo amore.

Possiamo considerare Love and Monsters, un film sentimentale perché affronta il tema dell'amore in tutte le sue varianti. O quasi. Il cane che non vuole separarsi dal brandello di vestito appartenente  alla sua padrona,  l'uomo che ha perso un figlio e prende con sé una giovanissima orfana, persino un androide,  compassionevole nei confronti degli umani. Non è strillato, non ha bisogno del crescendo orchestrale o di rallenty. Perché non ha nulla di epico, eroico, siamo solo noi.

Noi esseri umani che abbiamo il coraggio e la forza di essere umani. Nonostante la nostra sia una società che celebra l'infelicità, la discordia, l'odio verso il debole, non possiamo far a meno di pensare all'amore della nostra vita, ai nostri animali domestici e al loro affetto, alle relazioni famigliari. Si potrà dire che sia banale e scontato, ma certo! Nondimeno anche i discorsi cinici, spesso accompagnati da un uso improprio dell'ironia - la pretesa di far ridere è la scappatoia dei vigliacchi. Così io butto il sasso e nascondo la mano- o una visione a tutti costi negativa, perché ci fa comodo pensare che noi esseri umani facciamo pena e schifo, e non fidarti di nessuno, bla bla bla.

 In realtà penso che siamo sinceri sia quando ci lasciamo travolgere da rabbia e odio, sia quando invece diamo libero sfogo alla nostra gentilezza, generosità.  bontà. Ecco questo film ha fatto una scelta per nulla scontata. Molti sono i post apocalittici che mostrano il peggio delle persone, con la scusa che non ci sono regole diamo sfogo al peggio del peggio, ma qui si va controtendenza.  L'umanità vuole vivere e per farlo deve convivere, cooperare, sostenersi. Non manca il cattivo fetente di turno, ma appunto è una parte minoritaria, il vero problema è la paura, la diffidenza, l'abbandonarsi alla solitudine. 

Inoltre fa un bellissimo discorso sulla differenza tra ciò che ricordiamo e la vita che scorre, che va avanti. Sono proprio le piccole cose sparse lungo una pellicola di puro intrattenimento, che la rendono piacevole e a tratti anche commovente.  Le frasi di supporto che non ti aspetti, il coraggio di agire, la voglia di vivere che batte ogni ostacolo. Che ci sono, non sono bazzecole, ma non devono essere il pretesto per arrendersi. Ed è questo perfetto equilibrio tra malinconia, dolore,  e ricerca di una possibile, futura felicità, che rende la pellicola assolutamente apprezzabile e da vedere.


Anche solo per gli occhi dolci del granchio gigante!

Nessun commento: