mercoledì 4 gennaio 2012

GLI ULTIMI di VITO PANDOLFI

Pellicola del 1963,scritta dal regista Vito Pandolfi con la collaborazione di David Maria Turoldo,è un piccolo classico e capolavoro sommerso del cinema impegnato nella denuncia sociale e politica.
Cioè quel modo di fare cinema che io amo moltissimo e che per decreto legge costringerei a fare almeno una volta nella vita a tutti i cineasti di cielo,terra,mare,italici e non.^_^
Cosa racconta codesta pellicola?La storia dei contadini friulani durante il fascismo.Però la pellicola non è interessata alla propaganda del regime e al funzionamento della dittatura-non è Novecento-tanto che a parte un discorso e qualche scritta gigante sui muri non è per nulla evidenziata la presenza dei fasci.
La pellicola narra invece la realtà nuda e cruda,la miseria,le sconfitte,il dolore delle classi meno abbienti legate alla terra. Una storia contadina che riprende totalmente la lezione speciale e straordinaria del neorealismo,usandola al massimo delle possibilità.
Veniamo quindi a conoscere Checco,sensibilissimo decenne, pastorello di tre -dicasi tre-pecore dall'animo artistico e delicato che vive la miseria della sua condizione sociale,lo scherno degli altri bimbi,lo smarrimento di fronte alle disavventure dei grandi.Intorno a lui ci sono gli ultimi,quelli che hanno solo la loro povertà e la polenta come sostentamento delle loro esistenze.
Il film è assimilabile ai capolavori dei fratelli Dardenne,poichè Pandolfi firma la pellicola affidandosi a quella che è la realtà spogliata e cruda. Una grandissima lezione di cinema,una pellicola da recuparare assolutamente

2 commenti:

hetschaap ha detto...

In effetti non conosco questa pellicola. L'ho inserita subito in wishlist e vedo di recuperarla. Poi ti faccio sapere (quando riesco a smaltire tutti gli arretrati!).

babordo76 ha detto...

è una grande opera per me,non facilissima,ma assai ben fatta